A CHRISTMAS CAROL

Piero Cognasso (non iscritto SIAE – liberatoria) dal racconto

di Charles Dickens

La trama

Il lavoro è tratto dall’omonimo e celeberrimo racconto di Charles Dickens. Ebenezer Scrooge è uno spietato uomo d’affari nell’Inghilterra di metà ‘800, tanto avaro quanto meschino e irascibile, odia il Natale e la felicità che procura agli altri. Jacob Marley, il suo ex socio defunto da sette anni, gli appare in sogno, preannunciandogli gli incontri con tre Spiriti i quali lo conducono in tre “viaggi” surreali nei Natali di tempi e luoghi diversi: il Natale passato, in cui Scrooge rivede le meschinità che lo hanno reso ciò che è; il Natale presente, nel quale scopre il modo in cui è considerato da parenti e dipendenti; il Natale futuro, nel quale assiste al suo funerale, abbandonato da tutti, disprezzato e deriso dai becchini, che abbandonano il suo cadavere nella fossa per godersi tutto ciò di cui lo hanno derubato subito dopo la sua morte. Riuscirà finalmente, in questo modo, a sentire dentro di sé il risveglio di quegli stati d’animo che da tempo immemore aveva dimenticato: nostalgia, rimpianto, affetto, considerazione per gli altri, ma anche la paura per un futuro di disprezzo e oblio. Una parabola emotiva che lo segnerà profondamente, cambiando per sempre la sua visione della vita e del mondo che lo circonda. Queste esperienze lo convincono che esiste un modo migliore per vivere il Natale, ma anche la propria esistenza che, da quale momento, prenderà una strada completamente nuova e migliore.

Brevi note di regia

La storia di Ebenezer Scrooge è nota a tutti, negli anni è stata proposta sia in innumerevoli film che in lungometraggi di animazione, tutti molto suggestivi e ricchi di effetti speciali. Officina Culturale ha deciso di proporla in una versione un po’ particolare, teatralmente molto meno sfarzosa e rutilante, catturando l’essenza del testo originale e trasformandolo in una scrittura drammaturgica sicuramente più asciutta, ma forse proprio per questo più diretta e coinvolgente; il tutto calato in un allestimento scenico volutamente essenziale e simbolico, con una scelta funzionale al principale intento di questo lavoro teatrale: portare gli spettatori non a “vedere” con gli occhi e a “sentire” con le orecchie, quanto piuttosto a “immaginare” e “ascoltare” col cuore, accompagnandoli in un viaggio di grandi emozioni, non indotte da elementi esterni ma che sgorgano invece dall’animo di ognuno. I lusinghieri apprezzamenti finora raccolti da tale messa in scena dimostrano la buona intuizione di questa scelta.